domenica 21 agosto 2016

RACCONTO: LA LETTERA



Cara Julie
Questa è la lettera che tu non leggerai mai.
Per il semplice fatto che non avrei mai il coraggio di inviartela.
Forse con sovraumano sforzo e colto da un impeto autolesionista potrei avere la forza di stamparla, ma non riuscirei comunque ad infilarla nella tua buca delle lettere.
Potrei inviarla per e-mail, ma la freddezza del mezzo digitale non farebbe onore neppure alle mie goffe e insignificanti parole.
Né tanto meno avrei il coraggio di reggere il tuo sguardo mentre ascolti quello che ho da dirti.
Il fatto che tu non leggerai mai queste righe mi tranquillizza.
Ma al tempo stesso la consapevolezza che non riuscirò mai a dirti quello che provo per te mi deprime.
Ho formulato, nella mai testa, questo discorso mille volte. Ma adesso che mi sono imposto di scrivere quelle parole, queste mi risultano vuote.
Si dice che per raccontare qualcosa è buona norma cominciare dall’inizio, ma sono sempre stato allergico alle convenzioni (in un modo cosi anticonvenzionale da essere al limite del banale), quindi inizierò dalle fine.
La miccia scatenante l’impulso malsano che ha causato in me un ritorno a sentimenti che ritenevo morti e sepolti è stata la tua recente rottura con Donald.
Non credo di rivelare una sorta di segreto dicendoti che io e il tuo, ormai ex, fidanzato non siamo mai andati d’amore e d’accordo, per usare un eufemismo.
Inizialmente pensavo che derivasse da una sorta di reticenza nei miei confronti da parte sua.
Tuttora però sono convinto che Donald alle mie spalle non spenda parole lusinghiere nei miei confronti.
Ma negli ultimi giorni ho riflettuto parecchio su questa questione e sono giunto ad una conclusione a posteriori molto semplice.
L’altra sera ho mentalmente stilato una lista di quelle che potremmo definire le persone per le quali nella mia vita ho provato dell’odio.
So che può sembrare una cosa infantile. E sono quasi sicuro che lo sia.
Nonostante questo i risultati sono a dir poco interessanti.
Infatti la lista, breve ma non brevissima, è composta principalmente da ragazzi.
E il 90% di questi hanno avuto, chi più chi meno, una relazione con te.
Questo può voler dire due cose: o hai pessimi gusti in fatto di ragazzi oppure il sentimento che provo  per te va ben oltre l’amicizia.
La conclusione ti potrà sorprendere, soprattutto perché noi due ci conosciamo dalla tenera età di dieci anni.
Più della metà delle nostre vite passate da amici. Con alti e bassi anche qui.
Ci sono stati periodi in cui passavamo molto tempo insieme e periodi invece dove passavamo mesi senza vederci.
Questo però me lo spiego come una sorta di rifiuto del mio subconscio ad un rapporto di amicizia che frustrava le mie emozioni celate.
Tuttavia ritengo, forse erroneamente, che il nostro rapporto di amicizia sia profondo e diverso da quello che hai con gli altri ragazzi.
Su questo ultimo fatto sono quasi sicuro di sbagliarmi, ma l’illusione di essere il posizione privilegiata rispetto agli altri amici è proprio il fermo che mi impedisce di dirti queste cose.
Non tanto la paura di rovinare questo rapporto o il terrore di non poterti più rivedere, ma soprattutto l’idea di essermi sbagliato per tutti questi anni.
Il mio incubo peggiore è venire a conoscenza del fatto di essere uno tra tanti.
Di non aver nessuna precedenza e di essere ai tuoi occhi, poco più che un conoscente.
In tutti questi anni dentro di me credo di aver sempre saputo cosa provavo per te, ma come meccanismo di autodifesa ho sempre mascherato questo sentimento in una sincera amicizia.
Si, perché nonostante tutto tu per me sei una grande amica, la mia migliore amica.
Allo stesso tempo sei l’unica donna che abbia mai amato veramente.
Non credo di essere in grado di spiegarti i sentimenti che provo per te, se non per sottrazione.
Proprio per questo l’unica cosa che riesco ad esprimerti è che non sono in grado di immaginarmi a fianco di nessun altra donna che non sia tu.
Non credo che ci sia bisogno di salutarti al termine di questa lettera, perché come dicevo prima non la leggerai mai, ma per cullarmi ancora un po’ in questa mia fantasia lo farò lo stesso
Quindi termino qui questa sequela di frasi senza lettore.
Con molta probabilità questo file di testo marcirà silenzioso nel backup del mio computer e forse tra qualche anno rileggerò queste mie parole e le troverò ridicole.
L’unica cosa che spero è di non pensarle più, così da vivere la mia vita con utopica serenità, cosa che in questo momento non posso fare.

Ti abbraccio
Tuo (e di nessun altra) Philip

Cantoni Marco

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